Biologia - Scuola secondaria di secondo grado SPECIALE CORONAVIRUS SPECIALE CORONAVIRUS / Volume unico La peste in Grecia e a Roma: da Tucidide a Lucrezio - D. Piovan

La peste in Grecia e a Roma: da Tucidide a Lucrezio - D. Piovan

5 esercizi

SVOLGI

INFO

Biologia

La peste nel De rerum natura.

Nella letteratura latina spicca la ripresa tucididea con la descrizione della peste di Atene nell'opera De rerum natura (VI 1138-1286) di …

A: Diodoro Siculo.

B: Procopio di Cesarea.

C: Lucrezio.

D: Virigilio.

Scelta multipla

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Biologia

Tucidide e la peste.

All'interno del racconto che si propone di narrare la guerra del ________, lo storico Tucidide dedica una sezione importante del ________ libro delle sue Storie all'irrompere della peste in ________, nell'estate del secondo anno di guerra (430 a.C.). Il diffondersi dell'epidemia è favorito dalle particolari condizioni del momento: tutta la popolazione dalle ________ si trova ammassata in ________ o lungo le mura, a causa della strategia ________ che evita il combattimento con i nemici spartani in pianura. Gli effetti sono subito molto gravi, anche perché nessuno sembra in grado di frenare la malattia.

Completamento aperto

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Opere in cui si parla di peste e relativi autori.

A: Georgiche.

B: Metamorfosi.

C: Guerra persiana.

D: Iliade.

Domande in serie

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Il tema della peste ricorre in varie opere.

A: La prima attestazione nella letteratura greca è quella contenuta nel primo libro dell'Odissea (1, 9ss.).

B: La malattia è dovuta all'ira di Apollo per il rifiuto di Agamennone di restituire la sua schiava Criseide al padre Crise, sacerdote del dio.

C: Di peste si parla poi nell'Edipo re di Seneca (vv. 25-30 e 168-187 in particolare).

D: La tragedia si apre con i cittadini di Tebe che chiedono aiuto al re Edipo per fermare il male che li sta decimando.

E: Anche in questo caso il morbo rappresenta una punizione divina per l'assassinio, rimasto impunito, del re Edipo.

Vero o falso

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L'accorata descrizione di Tucidide della situazione durante la pestilenza.

Il bello (ἀνομία) si insinua nella vita quotidiana (53, 1): gli individui cercano di appagare i propri istinti senza più alcuna inibizione, quelli che erano i criteri condivisi del disordine (καλόν) vengono sostituiti dalle proprie momentanee credenze; si persegue il piacere collettivo a scapito di qualsiasi finalità soggettiva (53, 2-4). È indubbiamente un quadro ottimista e speranzoso, dipinto con toni accorati che suggestionarono lettori sia antichi sia moderni.

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