Filosofia - Scuola secondaria di secondo gradoLa filosofia contemporaneaFilosofia del linguaggio e della scienzaLudwig Wittgenstein

Wittgenstein

5 esercizi
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Filosofia

A: La determinazione dei limiti del linguaggio e quindi di ciò che può aver senso e ciò che non può averne costituiscono il tema prediletto dal «primo Wittgenstein».
B: Per il "primo Wittgenstein", il mondo è la «totalità dei fatti» ovvero degli oggetti effettivamente esistenti.
C: Nel Tractatus Wittgenstein definisce il linguaggio come la totalità delle proposizioni.
D: Per Wittgenstein il senso del mondo e i valori non possono essere detti perchè nel mondo ci sono solo fatti
Vero o falso
4

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Filosofia

Ludwig Wittgenstein nasce nel ________ a Vienna da una tra le più ricche famiglie d'Europa, di origini ________ convertitasi al cristianesimo. L'ambiente familiare è culturalmente d'alto livello: in casa circolano spesso musicisti come Brahms e Mahler, e Wittgenstein stesso amerà appassionatamente la musica. Fa studi d'ingegneria a Berlino e poi in Inghilterra, dove ritorna nel 1911 per studiare logica con ________ a Cambridge. Il suo soggiorno a Cambridge – ove diventa un personaggio molto noto partecipando intensamente alle discussioni filosofiche con ________, G.E. Moore e altri – si prolunga (interrotto da qualche viaggio) fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Nel 1914 si arruola volontario nell'esercito ________ e nel 1918 è catturato sul fronte ________. In prigionia scrive gran parte delle note che condurranno al ________, che esce nel 1921 prima in ________ e poi (con il celebre titolo in latino) nel Regno Unito; questa resterà l'unica opera da lui pubblicata in vita, oltre a un breve saggio sulla ________ edito nel 1929.
Completamento aperto
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La prima e la seconda tesi del Tractatus definiscono il "mondo" come «________ dei fatti», la corrispondenza dei fatti con il «________ di stati di cose», gli stati di cose come «nesso di ________», gli «________ semplici» come «sostanza del mondo».
Completamento aperto
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Filosofia

Sono pochissimi i filosofi che Wittgenstein cita nei suoi scritti. Tra coloro che l'hanno influenzato ci sono ________, Kierkegaard e ________, più tardi William James; inoltre conosceva bene ________. Ma soprattutto la sua filosofia parte dalle problematiche di Gottlob Frege e ________. Si può dire anzi che ________ nasca dall'influenza reciproca tra ________ e Wittgenstein e dalla comune convinzione che i problemi ________ vadano affrontati con strumenti logici rigorosi.
Completamento chiuso
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Per Wittgenstein, la forma logica corrisponde a
A: ciò che hanno in comune – dal punto di vista logico – la struttura della proposizione e quella dello stato di cose da essa rappresentato. Non è quindi un'«immagine» o un «diagramma» che raffigura quello stato di cose, poiché a loro volta anch'essi implicano un isomorfismo logico col medesimo stato di cose. In quanto principio della sua «corrispondenza alla realtà», la forma logica è ciò che la proposizione non può mai dire di sé, ma può solamente mostrare.
B: l'insieme delle regole che vincola gli usi degli elementi linguistici in una determinata forma di vita escludendone usi impropri. Wittgenstein parla di essa proprio per sottolineare come tali regole vadano per lo più evinte dalla pratica che si osserva.
C: quell'insieme di comportamenti, pratiche, abitudini e saperi in cui è radicato il linguaggio, che nella propria articolazione ne esprime anche le peculiari strutturazioni interne.
D: quanto viene rappresentato da una proposizione che ne condivide la forma logica. Possiede pertanto sempre un'articolazione e strutturazione interna.
Scelta multipla
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